Alle ore 1:58 italiane (7:58 ora locale), si verificò un forte terremoto di magnitudo 9.0 della scala Richter. L'epicentro fu localizzato al largo della costa nord occidentale di Sumatra, nel golfo del Bengala, alla profondità di circa 12 km. Il terremoto fu generato dal fenomeno della subduzione, ovvero delle placche della litosfera terrestre che, scontrandosi, si posizionano una sotto l'altra. Dato che le placche (euroasiatica e indoaustraliana) si scontrarono sotto il mare (in una delle più profonde depressioni tettoniche sottomarine ovvero la 'Fossa di Sonda'), ne seguì un enorme spostamento d'acqua che generò un maremoto, ovvero una serie di onde anomale (in giapponese tsunami - onda del porto), che sommersero le vicine coste (soprattutto dell'Indonesia, dello Sri Lanka e delle Maldive, ma anche dell'India, della Thailandia, della Birmania, del Bangladesh) provocando grandissimi danni sopratutto in termini di vite umane (circa 280.000 morti). Tra le vittime molti i turisti. Le onde, che si propagarono a circa 800 Km/h, arrivarono a toccare le coste dell'Africa, in Somalia, ove, perfino lì, vi furono delle vittime tra alcuni pescatori. Forse il danno sarebbe stato minore se le leggi della speculazione e del commercio non avessero imposto il disboscamento delle foreste di mangrovia (sulle coste) a favore del proliferare di alberghi e spiagge bianche.
Speciale: terremoti e maremoti della storia
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