Scrittore.
Nacque a Mosca nel 1821 (la data esatta di nascita e di scomparsa è sconosciuta), figlio di un aristocratico medico. Dopo che la madre mancò, fu avviato alla carriera militare a San Pietroburgo, ove si diplomò nel 1843. Rinunciò alla carriera a causa di una salute cagionevole (si erano manifestati sintomi dell'epilessia) e agli interessi letterari. Nell'arco di sei anni scrisse ben tre libri, quali "Povera gente", "Il sosia" e "Le notti bianche", dopodiché nel 1849 fu arrestato e condannato a morte per aver preso parte ad un gruppo di intellettuali socialisti. Grazie allo zar, però, questa condanna si tramuterà in quattro anni di lavori forzati, ma i condannati lo sapranno solo davanti al plotone di esecuzione. Tornò a San Pietroburgo e si dedicò all'attività giornalistica e intanto scrive "Umiliati e offesi", nel 1862, dove approfondisce il tema del conflitto tra bontà e degradazione dell'uomo. Dovrà far fronte ad un periodo di disagio economico dopo aver subito due gravi lutti quali quello della prima moglie e quello del fratello. Scrisse ancora "Memorie del sottosuolo" e il famosissimo "Delitto e castigo", nel 1866. Quest'ultimo è uno dei più geniali romanzi russi della seconda metà dell'Ottocento, dove si narrano i retroscena di un delitto. Dopo che si fu nuovamente sposato, viaggiò per Francia, Germania, Svizzera e Italia per ben cinque anni. Durante il suo lungo viaggio scrisse "L'idiota". Quando tornò in Russia, pubblicò "I demoni", libro di esplicita accusa contro i movimenti nichilisti rivoluzionari. Nel 1875, mentre si avvicina sempre più ad un'ideologia cristiano populistica, scrisse "L'adolescente", con il quale conclude una fase critica della sua esistenza, e pubblicò il suo ultimo romanzo,"I fratelli Karamazov", che parla dei conflitti generazionali all'interno di una comune famiglia. Morì improvvisamente nel 1881.
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