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Strage nazista a Civitella, Cornia e San Pancrazio
29 giugno 1944
Civitella, Cornia, Solaiae San Pancrazio - Arezzo - Italia
Fu un giovedì di 78 anni fa
(A cura di Antonino Fleres)
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| Furono circa 244 persone (compreso donne, anziani e bambini), tutte residenti nei comuni di Civitella, Cornia e San Pancrazio e frazioni limitrofe (centri collinari situati tra la Valdichiana e la Valdambra) a perdere brutalmente la vita. Tutto iniziò il 18 giugno 1944, quando un gruppo di partigiani, entrati in un locale pubblico (il "Circolo del Dopolavoro"), vi trovarono quattro soldati (paracadutisti) tedeschi ed ebbero con loro una violenta colluttazione. Tre dei soldati soldati tedeschi furono uccisi (due morirono durante lo scontro, uno alcuni giorni dopo per le ferite riportate), mnentre uno riuscì a fuggire ed a raggiungere il suo Posto di Comando. A seguito di questo grave fatto, la popolazione di quei luoghi, certa di una rappresaglia nazista abbandonò in massa le proprie case, ma, alcuni giorni dopo, grazie alle rassicurazioni del Comando Nazista (che comunicava di aver già avuto ragione di quelle uccisioni in successivi scontri con i Partigiani) quasi tutti tornarono ai propri focolai domestici. Invece, la mattina del 29 giugno 1944, durante i preparativi per i "festeggiamenti" di San Pietro e San Paolo, le truppe tedesche entrarono nel paese ed iniziarono il massacro uccidento molti tra gli uomini, donne e persino ragazzini. In molti trovarono rifugio nella chiesa del paese, ma bastò una granata per fare uscire tutti. Inutile precisare qule fu il loro destino. Diedero poi fuoco al paese e molte altre persone, rimaste nascoste nelle case, morirono. A San Pancrazio, invece, radunarono 60 uomini nelle cantine Pierangeli e lì fucilarono tutti. Anche in questo caso incendiarono poi tutto ed altre persone persero la vita. A Cornia, Solaia, Verniana, Burrone ed altre frazioni limitrofe il rastrellamento fu potentissimo: più di duecento soldati, meticolosamente addestrati, catturarono e "giustiziarono" praticamente tutti. Donne, uomini, anziani, bambini (addirittura infanti) vennero barbaramente trucidati (non tutti, infatti, vennero uccisi a colpi d'arma da fuoco). In realtà, la trage non è direttamente ed esclusivamente riconducibile all'episiodio dell'uccisione dei tre militari tedeschi su descritta, ma ad un più ampio spettro di vedute e strategie della X Armata Nazista divisione Hermann Goering, capitanata da Heinz Barz. Difatti, la X Armata, che era in ritirata dopo la "battagli del Trasimento", decise di fare "terra bruciata" ovunque fosse passata, nel tentativo di rallentare l'avanzata delle truppe Alleate, anziché accettare di "tornare a casa" in pace. Ai martiri di Civitella fu intitolata la principale via del paese che, nel 1963, fu insiglito della Medaglia d'Oro al Valor Civile.
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Disastro ferroviario a Viareggio
29 giugno 2009
Viareggio, Lucca - Italia
Fu un lunedì di 13 anni fa
(A cura di Antonino Fleres)
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| Il treno merci n. 50325 proveniente da San Martino di Trecate (Novara) con destinazione Gricignano di Aversa (Caserta), alle ore 23:48, durante il transito nella stazione di Viareggio, sviò (deragliò in modo non grave), causando però un grave disastro. In pratica, il convoglio formato dalla locomotiva (una E655) e da quattordici vagoni cisterna che contenevano GPL (gas propano liquido), in prossimità della passarella pedonale tra via Ponchielli e via Burlamacchi, a causa di un cedimento di un asse di uno dei primi vagoli vagoni, sviò. Il treno procedeva a velocità modesta, ma il primo dei 7 vagoni deragliati, subì una perforazione essendosi scontrato con un paletto segnaletico: il gas liquidò cominciò ad uscire e, alla prima scintilla si incendiò esplodendo (non esplose la cisterna ma la nube di gas che si era formata attorno ad essa). L'esplosione (alcuni testimoni riportano tre esplosioni, la prima più potente e le successive due più lievi) generò una pioggia di gas liquido infuocato nel raggio di decine e decine di metri causando così gravi danni agli edifici e agli autoveicoli nei pressi (sopratutto in via Ponchielli ove ci furono addirittura dei crolli tra le fiamme) e, purtroppo, molte vittime tra le persone che in quel momento erano nei dintorni sia dentro che fuori casa. In tutto morirono 31 persone, quasi tutte a causa delle gravissime ustioni riportate: 11 al momento dello scoppio e successivi incendi sia in strada che nelle case; altre 20 persone perirono nei giorni e mesi seguenti sempre a causa delle gravi ustrioni riportate. Altre due persone anziane morirono di infarto probabilmente a causa dello shock emotivo. Un'altra dozzina di persone, pur gravemente ferite, dopo settimane di ricovero e interventi riuscirono a cavarsela. I due macchinisti, fortunatamente, si salvarono. Quella notte gli evacuati furono più di mille. Il giorno dopo, via Ponchielli pareva fosse stata bombardata...
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