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Almanacco del giorno 27 maggio:

Oggi Nacque: Erminio Macario, Lorenzo Milani, Bruno Vespa

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Erminio Macario
27 maggio 1902
Torino - Italia
Fu un martedì di 122 anni fa

Scomparve il
26 marzo 1980
Torino - Italia
Fu un mercoledì di 44 anni fa
Aveva 78 anni

(A cura di Antonino Fleres)

 

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Attore.
Iniziò giovanissimo in teatro facendo il mimo, poi iniziò con la rivista finché, nel 1930 non fondò una sua compagnia. Nel 1937, fece duo con Wanda Osiris e, coadiuvati da uno stuolo di belle ballerine ebbero un grandissimo successo di pubblico. Negli anni 40 iniziò a recitare anche nel cinema ed ottenne grandi successi specie lavorando al fianco di Totò. Fece molte apparizioni anche in TV, ma rimase sempre legatissimo al mondo del teatro e della rivista fino alla fine dei suoi giorni.

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334
Lorenzo Milani
27 maggio 1923
Firenze - Italia
Fu un domenica di 101 anni fa

Scomparve il
26 giugno 1967
Firenze - Italia
Fu un lunedì di 57 anni fa
Aveva 44 anni

(A cura di Laura Fleres)
http://www.barbiana.it/

 

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Sacerdote - educatore.
Nacque in una colta e agiata famiglia borghese da Albano Milani, professore universitario, e Alice Weiss, proveniente da una famiglia di origine israelita. La famiglia Milani, con solide tradizioni intellettuali, non fu mai religiosa. Nel 1930 la famiglia si trasferì a Milano dove Lorenzo trascorse l'infanzia e l'adolescenza e studiò fino alla maturità classica. Dopo la maturità decise, contro il volere della famiglia, di dedicarsi alla pittura studiando dapprima privatamente e poi all'Accademia di Brera. Ben presto il giovane Lorenzo prese coscienza della situazione privilegiata in cui viveva in quegli anni tormentati dalla guerra e cominciò, per questo motivo, a provare un forte senso di colpa verso i meno fortunati. L'interesse per la pittura sacra contribuì a farlo appassionare alla conoscenza del Vangelo; nel giugno del 1943 si convertì e fu cresimato. Nel novembre dello stesso anno entrò nel Seminario di Cestello in Oltrarno per farsi sacerdote, anche se la famiglia non approvava quella scelta religiosa. Fu ordinato sacerdote nel Duomo di Firenze il 13 luglio 1947. Pochi mesi dopo venne mandato, come cappellano, nel grosso borgo operaio di S. Donato di Calenzano (Firenze), dove fondò la scuola popolare serale per giovani operai e contadini; questa scelta segnò l'inizio di una lunga opposizione al suo operato da parte dei parrocchiani benpensanti e degli aderenti alla D.C. Nel 1951 don Milani si ammalò di tubercolosi. Nel 1954, a causa di screzi con la curia di Firenze, venne nominato priore di S. Andrea a Barbiana, una piccola parrocchia sui monti del Mugello, dove gli abitanti non avevano né luce elettrica né acqua corrente. Qui fondò una scuola per i ragazzi che avevano concluso il ciclo delle elementari, con l'intenzione di aiutare i figli dei contadini a padroneggiare la lingua italiana sperimentando il metodo della scrittura collettiva. Dall'esperienza di Barbiana nacque il libro "Lettera ad una professoressa" scritto dai ragazzi della scuola sotto la guida di don Lorenzo e pubblicato nel maggio del 1967. Il libro, che denunciava la natura classista della scuola italiana, diventò il manifesto del rifiuto della selezione a discapito dele classi sociali più deboli e proponeva nuovi strumenti per aiutare i meno privilegiati. Nel 1960 comparvero i primi sintomi del tumore ai polmoni che, sette anni dopo, lo portò alla morte. Nel 1962 divenne vescovo di Firenze. Nel febbraio del 1965 scrisse una lettera aperta ad un gruppo di cappellani toscani, in difesa dell'obiezione di coscienza, allontanandosi, ancora una volta, dalla tradizione cattolica. Per questo scritto venne processato, ma morì prima che fosse emessa la sentenza. Morì ad appena quarantaquattro anni in casa della madre, ma fu sepolto nel piccolo cimitero di Barbiana, vicino alla scuola. A lungo frainteso ed ostacolato dalle autorità scolastiche e religiose, don Milani è oggi rivalutato per il suo impegno civile verso i poveri e rappresenta una grande testimonianza della teoria che solo con la parità culturale l'uomo può liberarsi dalla condizione di subalternità e raggiungere la piena dignità.

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332
Bruno Vespa
27 maggio 1944
L'Aquila - Italia
Fu un sabato di 80 anni fa

(A cura di Antonino Fleres)
http://www.brunovespa.net/

 

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Giornalista, conduttore, scrittore.
Iniziò prestissimo, a 15 anni, ad occuparsi di giornalismo e l'anno successivo ottenne di scrivere per Il tempo. Appena diciottenne collaborava già con la RAI e, dopo la laurea vinse il concorso per condurre il telegiornale alla RAI. Da allora rimase sempre nell'ambiente del giornalismo, spaziando tra politica e cronaca. Fu, dal 1989 al 1992 direttore del TG1. Iniziò poi a scrivere libri di narrativa, spesso su personaggi ed eventi storico politici e di costume. Non per ultimo, iniziò a dedicarsi alla conduzione di programmi televisivi come Porta a Porta (da lui ideato) iniziato nel 1996. Durante la sua carriera, Bruno Vespa ha incontrato moltissime importanti cariche istituzionali di tutto il mondo come il Papa e diversi capi di Stato.

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Oggi Scomparve: Niccolò Paganini, Antonio Ligabue

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Niccolò Paganini
27 maggio 1840
Nizza - Francia
Fu un mercoledì di 184 anni fa
Aveva 58 anni

Nacque il
27 ottobre 1782
Genova - Italia
Fu un domenica di 242 anni fa

(A cura di Laura Fleres)
http://www.niccolopaganini.it/

 

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Violinista e compositore.
Nacque all'interno di un'umile famiglia; il padre Antonio, operaio al porto di Genova ed appassionato di musica, lo instradò, con metodi piuttosto violenti e coercitivi, allo studio del mandolino. Il giovanissimo Paganini intraprese quindi lo studio del violino con il maestro genovese Giacomo Costa e immediatamente dimostrò un grande talento. Nel 1795 il padre lo portò a Parma dove conobbe il maestro Alessandro Rolla e in questo periodo si dedicò allo studio della chitarra, visto che Rolla era solito accompagnare con tale strumento i suoi alunni di violino. Pur diventando un abile esecutore, Paganini non si esibì mai in pubblico utilizzando la chitarra, ma scrisse circa venti composizioni per questo strumento. Iniziò la sua carriera di concertista nel 1797 e cominciò a condurre una vita irrequieta e disordinata, comportamento riconducibile forse ad una sua reazione alle tante costrizioni inflitte dal padre. Dal 1805 al 1813 fu primo violino solista alla corte della principessa di Lucca, Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone. Quindi intraprese una serie di esibizioni sia in Italia sia all'estero; tenne concerti a Vienna, Praga, Parigi e Londra e lo straordinario maestro, sempre vestito di nero, incantò il pubblico con la sua eccezionale abilità. Durante i suoi concerti, Paganini amava anche molto improvvisare e quando al Teatro Carignano di Torino gli venne chiesto il bis di un brano, egli fece rispondere :"Paganini non ripete". Questo suo comportamento gli costò l'annullamento di un ulteriore concerto e da allora la frase divenne celebre e usata tuttora. Fu un genio della musica, possedeva un orecchio perfetto e un infallibile senso tonale. La sua tecnica fu sbalorditiva, tanto che i suoi contemporanei giudicarono la sua genialità come qualcosa di origine diabolica. Egli compose, tra l'altro, "24 Capricci per violino" e numerose sonate. Nel 1834, dopo aver tenuto oltre seicento concerti, si ritirò quasi completamente dalla scena a causa delle critiche condizioni di salute che i vari medici da lui interpellati non riuscirono a migliorare. Avendo probabilmente contratto una forma di sifilide che gli colpì prevalentemente la laringe, divenne completamente afono ed il figlio Achille, allora quindicenne, gli fece da interprete e continuò, in età adulta, a riordinare e pubblicare le opere del padre. L'ultima parte della sua vita fu molto tormentata dalla malattia; nel 1839 tornò a Genova e poi si trasferì a Nizza dove morì il 27 maggio del 1840.

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Antonio Ligabue
Antonio Costa Laccabue
27 maggio 1965
Gualtieri, Reggio Emilia - Italia
Fu un giovedì di 59 anni fa
Aveva 66 anni

Nacque il
18 dicembre 1899
Zurigo - Svizzera
Fu un lunedì di 125 anni fa

(A cura di Antonino Fleres)

 

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Pittore naif.
Dire che ebbe una infanzia difficile è dire poco. La mamma friulana Elisabetta Costa (ragazza madre), lo ebbe in Svizzera, e subito lo diede in affidamento (sia pure non legalmente) ad una famiglia del luogo. Poi la mamma si risposò con Bonfiglio Laccabue che successivamente gli diede il nome, ma nel frattempo il piccolo Antonio entrava ed usciva dai collegi ove era spesso espulso per la cattiva condotta. Nel 1913 la mamma Elisabetta morì (con tre dei suoi figli, a causa di intossicazione alimentare), e Antonio, crescendo e non modificando il suo modo di essere, dopo aver avuto l'esperienza del manicomio, fu addirittura espulso dalla Svizzera. Fu esiliato a Gualtieri ove continuò la vita alla giornata, da randagio, facendo mille lavori, ma sempre coltivando la sua innata passione per il disegno e per gli animali. Nel 1929 conobbe Marino Renato Mazzacurati che gli insegnò l'uso dei colori ad olio. Iniziò così a frequentare alcuni artisti del luogo che di fatto lo adottarono ed iniziò a dedicarsi alla pittura a tempo pieno. Di fatto i critici cominciarono ad interessarsi a lui dal 1948 e il debutto in mostra lo ebbe nel 1956 a Gonzaga (Mantova). Dopo altri ricoveri al manicmio S. Lazzaro di Reggio Emilia, nel febbraio del 1961 tenne una grande personale a Roma che ne sancì l'inizio del vero successo come artista d'eccezione. Poco dopo venne colpito da paresi e pochi anni dopo, nel 1965, dopo l'ennesimo ricovero morì al Ricovero Carri di Gualtieri.

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Oggi nella Storia - Fatti: Affondamento Bismarck

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Affondamento Bismarck
27 maggio 1941
Oceano Atlantico
Fu un martedì di 83 anni fa

(A cura di Antonino Fleres)

 

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Fu la nave da guerra più potente di quel periodo ma visse solo un anno. Aveva una stazza da 42.000 tonnellate, 8 cannoni da 381 millimetri disposti du 4 torri alte 20 metri. Corazzata con acciai speciali, spinta da un motore da 150.000 cavalli che raggiungeva i 30 nodi di velocità. Ma seppur superiore era da sola, in quanto la Germania non disponeva di una flotta marina numerosa, al contrario dell'Inghilterra. Fu così che, da una battaglia iniziata il 24 maggio 1941 contro la flotta inglese, la Bismarck divenne (anche a seguito di lievi danni causati dalle cnnonate nemiche che ne limitarono le prestazioni) bersaglio per circa un migliaio di colpi nemici che la ridussero all'impotenza totale. Si dice che fu l'equipaggio ad aprire le valvole per causarne l'autoaffondamento.

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