Scrittore, giornalista, traduttore, intellettuale.
Di famiglia agiata, il padre fu cassiere di banca, la madre invece... "sono stato suo alunno prima che figlio e le maestre a vita non sono comode".
Dopo aver frequentato il Ginnasio ed il Liceo Classico (peraltro conseguendo la maturità saltando l'ultimo anno) a Grosseto, si iscrisse alla facoltà di filosofia e lettere presso l'università di Pisa. Ma nel 1943, in piena guerra, abbandonò tutto perché venne chiamato alle armi e, credendo "ingenuamente" alla propaganda fascista del tempo, si arruolò presso la scuola allievi ufficiali. Infatti si rese presto conto della realtà dello sfacelo di quella guerra. Finita la guerra riprese gli studi e, nel 1948, si laureò.
Divenne professore di inglese alla scuola media e di storia e filosofia al Liceo Classico che egli stesso frequentò da ragazzo. Divenne quindi direttore della Biblioteca e, contemporaneamente, iniziò a scrivere per vari editori, sopratutto traducendo testi di autori americani e inglesi. Parallelamente iniziò una collaborazione giornalistica con varie testate e collaborò, insieme a Carlo Cassola alla fondazione del "Movimento di Unità Popolare".
Si occupò quindi delle condizioni di lavoro "inumane" dei minatori del grossetano e fu profondamente scosso quando, il 4 maggio 1954, si consumò la Tragedia alla miniera di Ribolla che causò la morte di 43 minatori.
Tanto che voltò pagina, andò a Milano e si concentrò sulle traduzioni di grossi autori americani come: John Steinbeck, Jack London, Henry Miller e William Faulkner; e su piccoli saggi e romanzi in proprio. Ricordiamo il primo saggio (scritto in collaborazione con Carlo Cassola): "I minatori della Maremma" del 1956. Ed il primo romanzo: "Il lavoro culturale" del 1957, ed altri, come "Da quarto a torino" del 1960, o, sopratutto, "La vita agra", strepitoso romanzo di successo del 1962 (ove si narra della storia di un anarchico che andò in città perché voleva far esplodere la Montedison ma finì, con inaspettato sommo piacere, a fare il pubblicitario di successo), che lo fece conoscere al grande pubblico. A questo romanzo eguì il film omonimo, del 1964, di Carlo Lizzani con Ugo Tognazzi nel ruolo de protagonista e, tra gli altri, Enzo Jannacci nel ruolo di cantastorie.
Scrisse poi altri romanzi, ma dal 1966, si chiuse in sé (cominaciando a bere) e decise per un tipo di lavoro meno "impegnativo" per lo meno da punto di vista socio-culturale. Tornò a Milano nel 1970 ove si spense prematuramente a causa dell'alcolismo.
Ricordiamo inoltre alcune traduzioni di grande successo come "Tropico del cancro" e "Tropico del capricorno" di Henry Miller.
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