Le poesie di Eugenio Montale: Meriggiare pallido e assorto
ID Autore: 2436 ID Testo: 8890
Testo online da mercoledì 6 maggio 2020 Ultima modifica del mercoledì 6 maggio 2020 Scritto nel 1925
Meriggiare pallido e assorto
Meriggiare pallido e assortopresso un rovente muro d’orto,ascoltare tra i pruni e gli sterpischiocchi di merli, frusci di serpi.Nelle crepe del suolo o su la vecciaspiar le file di rosse formichech’ora si rompono ed ora s’intreccianoa sommo di minuscole biche.Osservare tra frondi il palpitarelontano di scaglie di marem entre si levano tremuli scricchidi cicale dai calvi picchi.E andando nel sole che abbagliasentire con triste meravigliacom’è tutta la vita e il suo travaglioin questo seguitare una muragliache ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.Meriggiare pallido e assortopresso un rovente muro d’orto,ascoltare tra i pruni e gli sterpischiocchi di merli, frusci di serpi.Nelle crepe del suolo o su la vecciaspiar le file di rosse formichech’ora si rompono ed ora s’intreccianoa sommo di minuscole biche.Osservare tra frondi il palpitarelontano di scaglie di marem entre si levano tremuli scricchidi cicale dai calvi picchi.E andando nel sole che abbagliasentire con triste meravigliacom’è tutta la vita e il suo travaglioin questo seguitare una muragliache ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
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