Le poesie di Alessandro Manzoni: Il Natale - Inni Sacri
ID Autore: 2338 ID Testo: 8747
Testo online da domenica 10 novembre 2013 Ultima modifica del domenica 10 novembre 2013 Scritto nel 1812
Il Natale - Inni Sacri
Qual masso che dal verticeDi lunga erta montana,Abbandonato all'impetoDi rumorosa frana,Per lo scheggiato callePrecipitando a valle,Batte sul fondo e sta;Là dove cadde, immobileGiace in sua lenta mole;Né, per mutar di secoli,Fia che riveda il soleDella sua cima antica,Se una virtude amicaIn alto nol trarrà:Tal si giaceva il miseroFigliol del fallo primo,Dal dì che un'ineffabileIra promessa all'imoD'ogni malor gravollo,Donde il superbo colloPiù non potea levar.Qual mai tra i nati all'odio,Quale era mai persona,Che al Santo inaccessibilePotesse dir: perdona?Far novo patto eterno?Al vincitore infernoLa preda sua strappar?Ecco ci è nato un Pargolo,Ci fu largito un Figlio:Le avverse forze tremanoAl mover del suo ciglio:All'uom la mano Ei porge,Che si ravviva, e sorgeOltre l'antico onor.Dalle magioni etereeSgorga una fonte, e scende,E nel borron de' triboliVivida si distende:Stillano mèle i tronchiDove copriano i bronchi,Ivi germoglia il fior.O Figlio, o Tu cui generaL'Eterno, eterno seco;Qual ti può dir de' secoli:Tu cominciasti meco?Tu sei: del vasto empireoNon ti comprende il giro:La tua parola il fe'.E Tu degnasti assumereQuesta creata argilla?Qual merto suo, qual graziaA tanto onor sortilla?Se in suo consiglio ascosoVince il perdon, pietosoImmensamente Egli è.Oggi Egli è nato: ad Efrata,Vaticinato ostello,Ascese un'alma Vergine,La gloria d'Israello,Grave di tal portato:Da cui promise è nato,Donde era atteso uscì.La mira Madre in poveriPanni il Figliol compose,E nell'umil presepioSoavemente il pose;E l'adorò: beata!Innanzi al Dio prostrata,Che il puro sen le aprì.L'Angel del cielo, agli uominiNunzio di tanta sorte,Non de' potenti volgesiAlle vegliate porte;Ma tra i pastor devoti,Al duro mondo ignoti,Subito in luce appar.E intorno a Lui, per l'ampiaNotte calati a stuolo,Mille celesti strinseroIl fiammeggiante volo;E accesi in dolce zelo,Come si canta in cielo,A Dio gloria cantar.L'allegro inno seguirono,Tornando al firmamento:Tra le varcate nuvoleAllontanossi, e lentoIl suon sacrato ascese,Fin che più nulla inteseLa compagnia fedel.Senza indugiar, cercaronoL'albergo poverettoQue' fortunati, e videro,Siccome a lor fu detto,Videro in panni avvolto,In un presepe accolto,Vagire il Re del Ciel.Dormi, o Fanciul; non piangere;Dormi, o Fanciul celeste:Sovra il tuo capo stridereNon osin le tempeste,Use sull'empia terra,Come cavalli in guerra,Correr davanti a Te.Dormi, o Celeste: i popoliChi nato sia non sanno;Ma il dì verrà che nobileRetaggio tuo saranno;Che in quell'umil riposo,Che nella polve ascoso,Conosceranno il Re.
Chiunque tu sia, lascia il tuo Commento alla poesia di Alessandro Manzoni: Il Natale - Inni Sacri
Il Nino! - la Piazzetta venticinque punto otto! (1961 ÷ 2021 all right reserved)
Made in Earth Planet; From Turin, Italy, Europe, World (United People of World)