Le poesie di Alessandro Manzoni: La risurrezione - Inni Sacri
ID Autore: 2338 ID Testo: 8745
Testo online da domenica 10 novembre 2013 Ultima modifica del domenica 10 novembre 2013 Scritto nel 1812
La risurrezione - Inni Sacri
È risorto: or come a morteLa sua preda fu ritolta?Come ha vinto l'atre porte,Come è salvo un'altra voltaQuei che giacque in forza altrui?Io lo giuro per ColuiChe da' morti il suscitò.È risorto: il capo santoPiù non posa nel sudario;È risorto: dall'un cantoDell'avello solitarioSta il coperchio rovesciato:Come un forte inebbriatoIl Signor si risvegliò.Come a mezzo del cammino,Riposato alla foresta,Si risente il pellegrino,E si scote dalla testaUna foglia inaridita,Che, dal ramo dipartita,Lenta lenta vi risté:Tale il marmo inoperoso,Che premea l'arca scavataGittò via quel Vigoroso,Quando l'anima tornataDalla squallida vallea,Al Divino che tacea:Sorgi, disse, io son con Te.Che parola si diffuseTra i sopiti d'Israele!Il Signor le porte ha schiuse!Il Signor, l'Emmanuele!O sopiti in aspettando,È finito il vostro bando:Egli è desso, il Redentor.Pria di Lui nel regno eternoChe mortal sarebbe asceso?A rapirvi al muto inferno,Vecchi padri, Egli è disceso:Il sospir del tempo antico,Il terror dell'inimico,Il promesso Vincitor.Ai mirabili Veggenti,Che narrarono il futuro,Come il padre ai figli intentiNarra i casi che già furo,Si mostrò quel sommo Sole,Che, parlando in lor parole,Alla terra Iddio giurò;Quando Aggeo, quando IsaiaMallevaro al mondo interoChe il Bramato un dì verria;Quando assorto in suo pensieroLesse i giorni numerati,E degli anni ancor non natiDaniel si ricordò.Era l'alba; e, molli il viso,Maddalena e l'altre donneFean lamento sull'Ucciso;Ecco tutta di SionneSi commosse la pendice,E la scolta insultatriceDi spavento tramortì.Un estranio giovinettoSi posò sul monumento:Era folgore l'aspetto,Era neve il vestimento:Alla mesta che 'l richieseDiè risposta quel cortese:È risorto; non è qui.Via co' palii disadorniLo squallor della viola:L'oro usato a splender torni:Sacerdote, in bianca stola,Esci ai grandi ministeri,Tra la luce de' doppieri,Il Risorto ad annunziar.Dall'altar si mosse un grido:Godi, o Donna alma del cielo;Godi; il Dio, cui fosti nidoA vestirsi il nostro velo,È risorto, come il disse:Per noi prega: Egli prescrisseChe sia legge il tuo pregar.O fratelli, il santo ritoSol di gaudio oggi ragiona;Oggi è giorno di convito;Oggi esulta ogni persona:Non è madre che sia schivaDella spoglia più festivaI suoi bamboli vestir.Sia frugal del ricco il pasto;Ogni mensa abbia i suoi doni;E il tesor, negato al fastoDi superbe imbandigioni,Scorra amico all'umil tetto,Faccia il desco poverettoPiù ridente oggi apparir.Lunge il grido e la tempestaDe' tripudi inverecondi:L'allegrezza non è questaDi che i giusti son giocondi;Ma pacata in suo contegno,Ma celeste, come segnoDella gioia che verrà.Oh beati! a lor più belloSpunta il sol de' giorni santi;Ma che fia di chi rubelloTorse, ahi stolto! i passi errantiNel sentier che a morte guida?Nel Signor chi si confidaCol Signor risorgerà.
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