Testo online da domenica 10 novembre 2013
Ultima modifica del domenica 10 novembre 2013
Scritto nel 1802
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Alla Musa
Novo intatto sentier segnami, o Musa, Onde non stia tua fiamma in me sepolta. È forse a somma gloria ogni via chiusa, Che ancor non sia d'altri vestigj folta?
Dante ha la tromba, e il cigno di Valchiusa La dolce lira; e dietro han turba molta. Flora ad Ascre agguagliosse; e Orobia incolta Emulò Smirna, e vinse Siracusa.
Primo signor de l'italo coturno, Te vanta il secol nostro, e te cui dièo Venosa il plettro, e chi il flagello audace?
Clio, che tratti la tromba e il plettro eburno, Deh! fa' che, s'io cadrò sul calle Ascreo, Dicasi almen: su l'orma propria ei giace.
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