Chitarrista
Nacque da Jim e Martha Vaughan a Dallas, trasferendosi poco dopo a Austin, sempre in Texsas. Proprio come il fratello Jimmie, di tre anni più grande, conosciutissimo chitarrista blues, iniziò a suonare la chitarra. Nel 1971 abbandonò la scuola per potersi dedicare a tempo pieno alla musica. Cominciò a farsi le ossa con alcune band. La prima aveva il nome di Cast Of Thousand, che lascerà dopo due anni per i Nightcrawlers. Con questi ultimi incise un demo. Nel 1975 entrò a far parte dei Paul Ray & Cobras con i quali registrò l'album "Texas Clover". Due anni dopo la band si sciolse e Stevie si unì con i Triple Threat Revue, i quali cambieranno nome in Double Trouble, riferendosi alla canzone omonima di Otis Rush; di questa band Stevie diventò il leader. Nella band sono presenti Chris Layton alla batteria, Jackie NewHouse al basso e la cantante Lou Ann Barton. Nel 1979 si sposò con Leonora Baily, detta Lenny, dalla quale divorziò nove anni dopo. Lou Ann lasciò la band nel 1980 e l'anno dopo fu la volta di Jackie; quest'ultimo fu sostituito da Tommy Shannon. La formazione rimase così definitiva e cavalcò il successo per un decennio. Mick Jagger e il produttore discografico Jerry Wexler scrutarono Stevie Ray Vaughan e i Double Trouble facendoli così partecipare al Montreux Jazz Festival; nonostante il pubblico avesse reagito male, David Bowie sembrò pensarla diversamente, tanto da ingaggiare Stevie nella registrazione di "Let's Dance" del 1983 e il successivo tour mondiale. Ma Stevie non partecipò al tour e tornò dai Double Trouble. Nello stesso anno, Stevie e i Double Trouble debuttarono con il loro primo album, "Texas Flood". L'album venne registrato in tre giorni grazie al contributo di Jackson Browne che mise a disposizione i propri studi di registrazione alla band. Quest'album ottenne un successo impensabile e "Pride and Joy" entrò nella classifica tra venti brani più venduti. L'album dell'anno successivo, "Couldn't Stand the Weather" consacrò Stevie e I Double Trouble sulla scena mondiale; all'interno di questo album vi è contenuta una cover di "Voodoo Child" di Jimi Hendrix. Questo lavoro verrà apprezzato in tutto il mondo grazie anche a sonorità più rock e meno grezze rispetto ai precedenti. Nello stesso anno, Stevie e i Double Trouble vinsero il Grammy Award. Il seguente tour toccò l'Europa centrale e il Giappone; nel luglio dello stesso anno, Stevie approdò in Italia all'Umbria Jazz Festival per la prima volta. Continuò la sua carriera con collaborazioni diverse, fino a doversi assentare dalle scene per circa due mesi per disintossicarsi da alcool e droga, che avevano ridotto il suo fisico in pessime condizioni. Ripresosi, tornò alla ribalta con un album live e un tour affiancato da Jeff Beck, tenutosi tra il 1987 e il 1988, toccando anche tappe italiane. Nel 1989 uscì con un nuovo album, "In Step", con il quale vinse un Grammy Award come miglior album blues contemporaneo e più di un milione di dischi venduti. Nel 1990 iniziò una collaborazione con il fratello Jimmie per un disco di Bob Dylan, "Under The Red Sky", e per un progetto tra fratelli, "Family Style". Lasciò la chitarra elettrica per un'acustica dodici corde in occasione dell'MTV Unplugged, dove propose un riarrangiamento di "Testify", acclamato dal pubblico e riproposto più volte nel corso della serata, tanto da dover interrompere gli altri brani. Ma tornò alla chitarra elettrica in un tour con Joe Cocker. Il 27 agosto 1990 prese parte all'Alpine Valley Music Theater, in Wisconsin, insieme a Eric Clapton, Robert Cray, Buddy Guy e il fratello Jimmie Vaughan. Terminato l'evento, Stevie salì su un elicottero, che precipitò probabilmente a causa della fitta nebbia. Pubblicati postumi furono alcuni album come "The Sky Is Crying", 1990, "In Session", nel 1999 registrata con Albert King del 1983. Fu sepolto a Dallas, dove il sindaco proclamò il 3 ottobre, data di nascita di Stevie, come Stevie Ray Vaughan Day. La Fender, che iniziò una produzione poco prima della morte di Stevie, mise in commercio la "Number One", con caratteristiche simili alla originale del 1959, la chitarra preferita da Stevie, con dei pick up "Texas Special" messi a punto per l'occasione. Kevin Russel, Pat Travers, Jon Butcher e Steve Huner incisero, nel 1993, un album riproponendo alcuni classici brani di Stevie. L'album ha il titolo "Hats Off To Stevie Ray". L'anno dopo fu scolpita una statua a Austin per commemorare Stevie. Nel 1996 un altro tributo al meraviglioso chitarrista, al quale presero parte B.B. King, Eric Clapton, Buddy Guy e Bonnie Rait; nello stesso anno, "Crossfire: A Salute to Stevie Ray" con Steve Morse e tanti altri uscì come nuovo omaggio al chitarrista. La Fender mise in commercio, in versione limitata, la "Number One", in versione vissuta; seguentemente, uscì una serie di chitarre, anch'esse in versione limitata, chiamate Lenny, in onore della mog
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