Cabarettista, autore, conduttore, opinionista.
In età giovanile lavorò a Saint-Vincent come croupier, quindi si esibì come cabarettista in alcuni locali di Roma dove, nel 1967, catturò l'attenzione di Oreste Lionello che lo invitò a unirsi a lui nei suoi spettacoli di cabaret. Nel 1970 debuttò in televisione nella trasmissione "La domenica è un'altra cosa". Nel 1980, su Telemontecarlo, condusse il programma "Torti in faccia" di cui era anche autore. Ma la popolarità arrivò grazie alla trasmissione del 1984 "Aboccaperta" in onda su Rai Due. Il suo successo continuò a crescere con i programmi "Mezzogiorno" anche su Rai Due e "Mezzogiorno italiano" trasmesso su Italia Uno nel 1991. Lo stile che lo caratterizzò, a volte aggressivo, volgare e piuttosto eccessivo, provocò molti commenti polemici e gli valse l'allontanamento prima da Rai Due e quindi dal gruppo Fininvest dove tornò nel 1993 per presentare alcune trasmissioni, in onda su Retequattro, attraverso le quali aumentò la sua vena critica nei confronti del mondo della politica e solidificò il proprio rapporto con il pubblico. Per un breve periodo fu direttore del quotidiano "L'Indipendente". Nel 1996 tornò alla Rai con il talk show di natura politica "Napoli capitale", chiuso anticipatamente. Alla fine di quell'ennesimo contrastato programma, Funari rimase a lungo lontano dalle televisioni. Dopo la separazione dalla moglie Rossana Seghezzi, iniziò una convivenza con Morena Zapparoli, trentacinque anni più giovane di lui, con la quale si sposò nel 2004. Alla fine degli anni Novanta si trovò a dover fronteggiare seri problemi di salute e, dopo aver superato un delicato intervento cardiaco, fu ospite della trasmissione "Per tutta la vita" condotta da Fabrizio Frizzi, durante la quale attaccò duramente la sanità italiana e l'allora ministro Rosy Bindi. Nel 2005 le sue condizioni di salute peggiorarono e dovette subire un ulteriore intervento al cuore. Nel 2007 tornò su Rai Uno con la trasmissione "Apocalypse show", connubio tra spettacolo, denuncia e riflessione su importanti temi sociali. Si spense all'età di settantasei anni, l'anno seguente, all'ospedale San Raffaele di Milano dove era stato ricoverato cinque mesi prima.
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