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ID Articolo: 23
Testo online da lunedì 25 giugno 2012
| Tipicamente italiano
Dei miei trascorsi di "docente" (che tutt'ora trascorre) presso varie scuole professionali private di Torino, qualcosa è rimasto. Ti parlo, per esempio, dei buoni rapporti che tutt'ora continuano con tante delle persone che ho conosciuto in questi anni (dovrei dire lustri) di "travagliato" servizio.
Dico "travagliato" perché spesso mi sono scontrato con ottusità intellettuali e pratiche burocratiche dalla stoltezza celata o palese che fosse, che mi hanno portato, talvolta ad ingoiare il rospo, altre volte a mediare soluzioni orientate al "male minore", altre volte a portare avanti battaglie che, ovviamente, mi hanno procurato danni e perdite economiche ma di cui sono e sarò sempre fiero.
Non sono qui oggi ad esternare qualcosa di cui io sia direttamente attore o spettatore. Sicuramente è qualcosa che condivido appieno avendone vissuto quintali di esperienza diretta.
Oggi voglio pubblicare, pari pari, una bella e-mail che mi è stata girata da un vecchio "collega". La e-mail s'intitola "Tipicamente italiano" ed è una esternazione di una giovane donna rumena che, pur essendo molto colta (laureata in Romania), molto seria, determinata ed in Italia da più di 10 Anni, è rimasta, per così dire, impressionata da alcune dalle tante "ingiustizie" "tipicamente italiane".
Nella fattispecie, Alexandra, la donna di cui sopra, dopo aver perso il posto di lavoro, decise, lo scorso anno, di frequentare un corso di formazione per trovare una ricollocazione. Il corso, della durata di vari mesi, si è rivelato una delusione: responsabili e docenti talvolta assenti e/o indifferenti, inosservanza degli orari, poca serietà nella collocazione degli stage finali, meritocrazia visibilmente assente. Nel corso di quest'anno scolastico Alexandra si è data molto da fare ed ha frequentato più corsi di vario tipo in parallelo. Nella e-mail si nota lo sdegno verso le facili pratiche volte alle piccole furberie (per non dire corruzioni) quotidiane che finiscono per danneggiare (al solito) le persone oneste e meritevoli di tutto il pianeta Terra. Lo sfruttamento esprime appieno la propria vocazione fratricida.
Ecco il testo in originale:
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"Tipicamente italiano"
In Questi giorni ho sentito proprio questa espressione. L'ultima volta è stata detta da una ragazza francese che ho conosciuto ad un esame per la certificazione CILS. Dopo la prova scritta, durante la quale il "docente" che ci sorvegliava dava dei "suggerimenti" ad alcuni candidati che avevano frequentato il corso di italiano con lei (io ho fatto l'esame da "esterna"), si è avvicinata a me e mi ha sussurrato all'orecchio, riferendosi allo "scandalo" dei suggerimenti dell'insegnante agli studenti, proprio questa frase: "tipicamente italiano...".
Questa frase, "tipicamente italiano" l'ho sentita tante altre volte, detta per es. dai miei colleghi italiani con cui ho frequentato un corso. Mi dicevano inoltre che avevo sbagliato il paese dato che volevo essere "precisa" e "puntuale" sia negli orari che negli studi.
E l'altro giorno, quando abbiamo chiesto la fattura per un lavoro, la persona che avevamo davanti ci ha spiegato che dovevamo pagare qualcosa in più (di IVA ovviamente) se avessimo desiderato la fattura e, quando il mio fidanzato ha insistito nel chiederla, quello subito ha detto che ha intravisto in me un attimo di esitazione dovuto al mio lato rumeno... non che lui non fosse cosi contento di dover emettere fattura e che, tra l'altro, volevamo saldarla con un bonifico e non con dei contanti.
Tipicamente italiano direi...
Cosa posso dire delle scuole che fanno formazione per gli adulti e, tra l'altro, corsi per disoccupati? Si parte sempre dal presupposto che il corso sia gratis e che quindi non debba osservare elevati standard di qualità, di serietà, di efficienza, ecc. Ma è gratis per chi? Per la società che direttamente, con le tasse, paga? Gratis forse sono per i docenti che non si vergognano di prendere i soldi e di non trattare gli argomenti richiesti dal corso, di parlare di altre corse o addirittura di farsi i fatti personali durante le ore di corso. ("siamo tutti, prima di tutto, essere umani" - ecco un'altra frase che spesso mi è ronzata tra le orecchie).
E tu, poveretto, che ti sei iscritto al corso, devi stare zitto perché sennò la responsabile del corso ti da un cattivo giudizio.. pur essendo in un paese "democratico"... Morale della favola: ci troviamo qualche volta davanti a persone (straniere) che, pur avendo una certificazione presa in Italia come traduttori, scrivono la voce del verbo "avere" alla terza persona del presente indicativo senza la "h". Oppure ci troviamo in compagnia di persone che hanno finito dei corsi di specializzazione ma che non sanno niente del campo in cui si sono specializzate (pur avendo superato tanto di esame durato 16 ore e aver ottenuto tanto di specializzazione nel settore). Tipicamente italiano?
Sarei una persona non corretta se non parlassi dei ragazzi quasi tutti ventenni (alcuni italiani altri stranieri) che ho conosciuto durante lo stage: ragazzi che lavorano duro per più di 9 ore al giorno, per 5 giorni alla settimana e in più lavorano altre 4 ore il sabato mattina. Il tutto per una misera cifra, con un contratto che è tutto tranne che indeterminato e che non ha una copertura in caso di malattia. A loro volevo dedicare questo mio sfogo perché non mi piace fare di tutta l'erba un fascio, perché non mi piacciono i luoghi comuni, perché non mi piace la demagogia. Perché esistono migliaia di persone come questi ragazzi che sono corretti, precisi e puntuali, che stringono i denti e che sono italiani.
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