Pilota motociclistico e automobilistico.
Tazio Nuvolari, detto il "Campionissimo" (giusto per citare solo uno dei tanti soprannomi) iniziò la carriera come pilota motociclistico nel 1920 e, quasi contemporaneamente, nel 1921, come pilota automobilistico. Continuò così per molti anni, fino al 1930, ad alternare gare in moto ed in auto. In moto vinse due campionati italiani, in auto le vittorie furono innumerevoli (fu 5 volte campione d'Italia, vinse varie Targhe Florio, Coppe Ciano, Mille Miglia, e molte altre competizioni).
Figlio d'arte, poiché suo padre Arturo Nuvolari, agricoltore benestante, amava correre agonisticamente in bici con buoni risultati e, suo zio Giuseppe Nuvolari fu, sempre con la bici, addirittura un campione sia in Italia che all'estero.
Tazio Nuvolari divenne una leggenda grazie alla tenacia, l'audacia, lo sprezzo del pericolo e la noncuranza del rischio che caratterizzavano tutte le sue gare. Molti gli incidenti durante le gare che gli causarono fratture in tutto il corpo, ma riuscì sempre a continuare a correre. Anche nella vita ebbe dei gravissimi incidenti: la morte dei suoi due figli nel giro di pochi anni l'uno dall'altro: entrambi per malattia, entrambi solo diciottenni.
Tazio Nuvolari fu il primo a superare i 330 km/h. Smise di correre nel 1950, quando aveva 58 anni, ovviamente vincendo la sua ultima gara. In auto corse per la Bugatti, per la Maserati, per la Ferrari (nel 1948) e, sopratutto per l'Alfa Romeo della scuderia gestita dall'allora "debuttante" (nonché già pilota) Enzo Ferrari.
Nel 1952 fu colpito da un ictus che gli causò una parziale paresi. Un anno più tardi, l'11 agosto 1953, fu un altro ictus a dettrne la prematura scomparsa.
Moltissimi i riconoscimenti: vie, piazze e monumenti a suo nome, oltre che poesie, canzoni, libri e film a lui dedicati.
Approfondimenti in collaborazione con:

Scopri di più su: Tazio Nuvolari