Oggi Scomparve: Mario Rigoni Stern
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Mario Rigoni Stern
16 giugno 2008
Asiago, Vicenza - Italia
Fu un lunedì di 16 anni fa
Aveva 87 anni
Nacque il
01 novembre 1921
Asiago, Vicenza - Italia
Fu un martedì di 103 anni fa
(A cura di Laura Fleres)
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Scrittore
Nato all'interno di una famiglia numerosa, trascorse l'infanzia tra le montagne dell'Altopiano di Asiago. Nel 1938 si iscrisse alla Scuola Militare di Alpinismo di Aosta, quindi partecipò come alpino alla campagna di Russia durante la seconda guerra mondiale. Da questa tragica esperienza nacque il suo primo romanzo "Il sergente della neve" fatto pubblicare nel 1953 da Elio Vittorini, testimonianza della ritirata degli Italiani in Russia. Dopo essere stato prigioniero dei Tedeschi, tornò in patria nel 1945 e trovò lavoro presso il catasto comunale di Asiago dove fu impiegato fino al 1970, da quel momento si dedicò completamente alla scrittura. In Mario Rigoni Stern la memorialistica di guerra trovò un grande rappresentante che fu in grado di coinvolgere i lettori attraverso la testimonianza personale e la descrizione dei rapporti umani e della solidarietà che nascono dalla tragedia della guerra. Allo stesso filone, che lo rese famoso nel mondo, appartengono le opere "Quota Albania" (1971) e "Ritorno sul Don" (1973). Alla sua terra natia furono ispirati "Il bosco degli urogalli" (1962), la "Storia di Tonle" del 1978 che ricevette il premio Campiello e "Le stagioni di Giacomo" del 1995. Negli anni Sessanta scrisse il soggetto del film di Ermanno Olmi "I recuperanti" ispirato alle vicende degli abitanti di Asiago dopo la Grande Guerra. Fu un grandissimo scrittore ed un uomo buono e sensibile che preferiva stare lontano dai convegni e dalla vita mondana. Fu invece sempre molto legato al mondo della natura ed ai valori della gente di montagna. Per questa sua sensibilità, nel 1998, gli fu conferita la laurea honoris causa in scienze forestali ed ambientali dall'Università di Padova. Dopo una lunga malattia si spense ad Asiago all'età di ottantasei anni. Per espressa volontà dell'autore i suoi funerali si svolsero in forma strettamente privata senza la presenza delle autorità. Nella piccola cappella di Asiago erano presenti poche persone oltre la moglie Anna, i tre figli, i due nipoti ed il fratello Aldo.
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