Morirono 64 persone, tra cui molti ragazzi e due bambini (in tutto, 31 uomini, 31 donne, un bambino e una bambina), quella domenica pomeriggio, verso le 18:15, mentre il cinema Statuto di Torino, in via Cibrario 21, proiettava il film "La capra" di Francis Veber con Gerard Depardieu.
La causa fu, probabilmente, un cortocircuito che causò, dapprima l'incendio di una tenda, poi quello delle poltrone, e infine quello delle moquette presenti nelle pareti, nei pavimenti e nei soffitti.
Il tessuto delle poltrone era comunque ignifugo, autorizzato, e in etichetta vi era scritto: "produce fumi".
Il fumo sprigionato dalla combustrione di tutti quei tessuti riempì di gas nocivi in special modo (come è facile intuire) la galleria. Non vi furono vittime, infatti, tra gli spettatori della platea, mentre quasi tutti coloro che avevano preso posto in galleria perirono per avvelenamento da sostanze tossiche: il responso fu, per tutti: enfisema polmonare fulminante.
Il fatto che rese la tragedia ancor più dolorosa fu che gli spettatori della galleria trovarono 5 delle 6 uscite d'emergenza chiuse (erano state chiuse a chiave per impedire l'ingresso di eventuali "disonesti") e quindi non ebbero modo e tempo di fuggire; solo le 6 persone che trovarono l'unica porta d'emergenza aperta si misero in salvo.
L'istruttoria relativa al rogo fu condotta dai dottori Francesco Marzachì e Giancarlo Caselli.
Fu incriminato, per omicidio colposo plurimo e omissione colposa di misure di sicurezza, il proprietario del cinema, Raimondo Cappella, che fu condannato a otto anni di reclusione in primo grado, e a due anni in secondo grado, oltre che al risarcimento pecuniario ai parenti della vittime (3 miliardi di lire da dividere tra le 250 parti civili: una media di 12 milioni di lire, del 1985, ad ogni parente), infine, tutti i suoi beni vennero sequestrati ed in seguito svenduti (una casa, un altro cinema, un'autorimessa e la sala da ballo adiacente al cinema Statuto).
Per dovere di cronaca va detto che il sig. Raimondo Cappella (6 luglio 1932 – 9 novembre 2011) disse sempre di sentirsi egli stesso, metaforicamente parlando, la 65ª; vittima perché distrutto dal dolore per il tragico, straziante accadimento.
Il Cinema Statuto non riaprì più, fu abbattuto sul finire degli anni novanta e fu costruito un condominio; lì vicino, in via Cibrario, fu sistemata un’aiuola in memoria delle vittime.
Nel 2012 fu girato un documentario da Fabrizio Dividi, Marta Evangelisti e Vincenzo Greco, intitolato "Sale per la capra", ricco di interviste e documentazione giudiziaria dell'epoca.
Per finire, i nomi delle vittime:
Renato Alasia, Amelia Angelini, Lorena Artioli, Loretta Artioli, Roberto Borsallini, Moona Bekari, Luciano Bergonzi, Paola Boggio Bertinet, Alberto Bonomo, Domenico Brandascio, Elsa Cabodi, Bonnie Claire Calvert, Rosanna Cima, Maria Luisa Chierici, Marina Dalboni, Michelina D'Andrea, Giuseppe Depace, Rosalba Di Cesare, Renata Di Giacomo, Silvana Di Gioia, Genoveffa Di Lieto, Angela Di Nicoli, Marisa Duchich, Yvonne Rosanna Facciano, Annalisa Fantoni, Giacomo Fracchia, Roberto Galizia, Palarì Galvani, Anita Giovanna Gamba, Sergio Ganovelli, Eugenio Gatti, Annaclara Goitre, Germana Jelo, Carolina Luccitelli, Paola Magno, Michele Marmo, Sergio Marzullo, Amodeo Massimetti, Michele Melidoro, Antonio Molino, Giancarlo Morando, Andrea Morando, Dorina Morbidelli, Donato Nicolò, Marco Palazzini, Roberto Pepino, Luca Pipoli, Lorenzo Racca, Guido Rampini, Giuseppe Ridolfo, Piera Rivarossa, Adriano Rossi, Giuseppina Saglia, Aldo Saracco, Biagio Savona, Paola Scaluzzo, Luigi Stringani, Riccardo Trabbia, Angela Trafano, Angelo Vago, Giovanni Vario, Giuseppina Vario, Maria Maurizio Verna, Renata Ramona Zambon.
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