Oggi Nacque: Giorgio Perlasca
Giusto tra le Nazioni.
Da giovanissimo, aderì al movimento fascista e partecipò come volontario alla guerra in Africa ed in Spagna, ma quando il regime, nel 1938 attuò le leggi razziali contro gli ebrei se ne distaccò. Roccambolesce vicissitudini lo portarono, nel dicembre 1944, a sostenere il ruolo di vceambasciatore di Spagna in Budapest (Ungheria). Fu un ruolo inventato, poiché lo stesso Perlasca, in quel periodo era fuggiasco e sotto falso nome, ma gli permise di salvare più di 5.000 persone di fede ebraica dal rastrellamento delle Croci frecciate dei nazisti ungheresi. Recitò quel ruolo per 45 giorni, rischiando ogni giorno di essere scoperto e quindi ucciso. Fortunatamente, dopo la liberazione dell'Ungheria ad opera dell'Unione Sovietica, seppur fatto prigioniero, riuscì dopo poco tempo a tornare in Italia dove non rivelò a nessuno il suo segreto e condusse per molti anni una vita normale. Solo negli anni 80, rese pubblica la sua storia grazie all'iniziativa di alcuni tra quei 5.000 da lui salvati, guadagnandosi il titolo di Giusto tra le Nazioni. Scomparve nel 1992.
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Oggi Scomparve: Silvio Pellico
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Silvio Pellico
31 gennaio 1854
Torino - Italia
Fu un martedì di 169 anni fa
Aveva 65 anni
Nacque il
25 giugno 1789
Saluzzo, Cuneo - Italia
Fu un giovedì di 234 anni fa
(A cura di Laura Fleres)
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Poeta e scrittore
Fu poeta romantico e autore di tragedie, ma la sua notorietà si deve, soprattutto alla prigionia decennale nelle carceri austriache ed al romanzo che ad essa si ispirò. Di salute delicata fin dall'infanzia, dovette studiare privatamente, prima a Saluzzo e poi A Torino. Quando il padre si trasferì a Milano, Silvio fu mandato da certi parenti a Lione, dove si educò in un' atmosfera rivoluzionaria. Tornato a Milano nel 1810, entrò in amicizia con Ugo Foscolo. A Milano insegnò francese nel Collegio degli Orfani. Fu poi ospite, in qualità di precettore, in casa Porro Lambertenghi, dove conobbe il gruppo di poeti romantici che diede vita al giornale "Il Conciliatore", nonostante le minacce della polizia che nel 1819 lo soppresse. Entrò quindi in contatto con il movimento carbonaro e fu iscritto alla Società. Venne arrestato e rinchiuso nelle carceri di Santa Margherita e, sottoposto a processo, fu condannato a morte il 6 dicembre 1821. La pena fu poi commutata in quindici anni di carcere duro nel castello dello Spielberg. Fu liberato nel 1831. In seguito fu assunto come bibliotecario nella casa della marchesa di Barolo e vi rimase fino alla morte. La pubblicazione de "Le mie prigioni" attirò su di lui le invettive dei reazionari, per questo motivo vi aggiunse altri capitoli dove, senza rinnegare i suoi principi, l'autore condannava le rivoluzioni in nome del Vangelo. "I doveri degli uomini" (1834), scritti nello stesso spirito, ebbero anche grande diffusione.
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