Poeta e scrittore
Francesco Petrarca fu considerato il primo filologo dell'età moderna per aver riscoperto, studiato ed analizzato i testi antichi sotto il profilo linguistico, storico e stilistico. Figlio di Eletta Canigiani e del notaio fiorentino ser Pietro detto Petracco, nacque esule poiché il padre, guelfo bianco, era stato costretto all'esilio nel 1302 dopo il colpo di stato dei guelfi neri. Nel 1307 nacque il fratello Gherardo che fu per lui un costante modello di riferimento. Nel 1312, persa ogni speranza di tornare a Firenze, la famiglia si stabilì ad Avignone, dove era stata trasferita, nel 1309, la sede papale ed in questo periodo Francesco iniziò gli studi di grammatica, retorica e dialettica. Iniziò quindi ad apprendere le prime nozioni di diritto e nel 1320, pur contro la sua volontà, fu mandato dal padre a Bologna per continuare gli studi di giurisprudenza insieme con il fratello, ma il giovane Francesco si dedicò anche all'approfondimento delle sue conoscenze di letteratura latina e studiò la lirica in volgare. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1326, decise di abbandonare gli studi giuridici per dedicarsi alla letteratura. Tornato ad Avignone, nel 1327, nella Chiesa di Santa Chiara, incontò Laura, una donna, forse sposata, di cui non si hanno notizie certe, che il poeta amò per tutta la vita e che influenzò notevolmente la sua attività di scrittore. Nel 1330, dopo aver preso gli ordini minori, entrò al servizio del cardinale Giovanni Colonna. In questo periodo, insofferente verso la curia avignonese, di cui conosceva la corruzione, si adoperò per favorire il ritorno della sede papale a Roma. Nel 1340 il poeta ricevette l'offerta dell'incoronazione poetica contemporaneamente da Parigi e da Roma. Dopo essere stato sottoposto all'esame dal re di Napoli, Roberto d'Angiò, l'8 aprile del 1341, sul Campidoglio, fu incoronato poeta con la "laurea", la corona d'alloro posta intorno alla fronte. Nello stesso periodo il Petrarca si dedicò alla stesura di due tra le sue opere latine più illustri, il poema epico "Africa" e il "De viris illustribus". Il grande poeta ebbe due figli: Giovanni, nato nel 1337 e Francesca, nata nel 1343, ma di entrambi non si conosce il nome della madre. Negli anni successivi viaggiò in Italia e appoggiò l'insurrezione popolare guidata dal tribuno Cola di Rienzo che voleva riportare Roma allo splendore del periodo repubblicano, ma il fallimento dell'impresa fu per lui fonte di una profonda delusione. Nel 1348, a causa della peste, morirono alcune delle persone a lui più care, tra cui Laura e Giovanni Colonna. Nel 1362, mentre il poeta era a Milano, la peste uccise il figlio Giovanni e il Petrarca si stabilì quindi a Venezia dove, in cambio della sua ricchissima biblioteca, ottenne la possibilità di vivere in un palazzo presso la Riva degli Schiavoni. Infine nel 1368 si stabilì ad Arquà, (paese che oggi si chiama Arquà Petrarca), sui Colli Euganei, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita con la figlia Francesca, il genero ed i nipoti. Il Petrarca morì nella notte tra il 18 e il 19 luglio 1374 senza aver visto avverare il suo sogno più grande, cioè il ritorno della sede papale a Roma, evento che si realizzò tre anni dopo. Il Petrarca fu un grande poeta, molto apprezzato dai suoi contemporanei, ma spesso infelice a causa delle sue inquietudini interiori. Le sue opere vanno distinte in opere in latino e opere in volgare. Tra queste ultime la più conosciuta è il "Canzoniere", una raccolta che comprende 366 poesie, moltissime delle quali ispirate dall'amore per Laura.
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