Intorno alle ore 10:33 del 6 dicempre del 1990, un aereo militare da addestramento (un "Aermacchi MB-326", partito dalla provincia di Verona (Villafranca di Verona) e pilotato dal tenete Bruno Viviani), per motivi sconosciuti perse la governabilità e precipitò nel vuoto. Data l'impossibilità di riprendere i comandi, il tenente si lanciò con il paracadute, mentre il veivolo concuse la propria corsa impattando contro l'edificio della succursale dell'istituto tecnico "Gaetano Salvemini", proprio in corrispondenza della classe 2ªA. Fu così che dodici studenti quindicenni morirono sul colpo, mentre altri quattro studenti e una professoressa rimasero gravemente feriti. Immediatamente dopo l'impatto, l'aereo, che aveva il pieno di carburante, si incendiò e le fiamme si propagarono velocemente in tutto l'edificio. A causa del fuoco, del fumo e del panico (in tanti si buttarono giù dal primo piano procurandosi fratture), molte persone rimasero ferite: vi furono una novantina di ricoveri e circa settanta persone riportarono invalidità permanenti più o meno gravi.
In seguito, dopo la ristrutturazione, la ex succursale dell'istituto Salvemini divenne la "Casa della Solidarietà", nata per ospitare varie associazioni di volontariato sociale, tra cui il "Centro per le vittime di Casalecchio di Reno" che si occupa, tra le altre cose, di sostenere chiunque abbia subito qualsiasi sopruso, i cui primi volontari sono alcuni genitori degli studenti periti nell'incidente.
Il pilota, il suo superiore Eugenio Brega e l'ufficilale della torre di controllo Roberto Corsini, furono condannat solo in primo grado per disastro colposo. Successivamente, nel secondo grado e in cassazione, furono definitvamente scagionati.
Di seguito i nomi delle giovani vittime: Elena Righetti, Deborah Alutto, Laura Armaroli, Alessandra Venturi, Antonella Ferrari, Laura Corazza, Tiziana De Leo, Alessandra Gennari, Dario Lucchini, Elisabetta Patrizi, Sara Baroncini, Carmen Schirinzi.
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