Le poesie di Angelo Michele Cozza: Vieni fuori, esci dall'ombra
ID Autore: 1856 ID Testo: 3614
Testo online da sabato 14 novembre 2009
Ultima modifica del sabato 14 novembre 2009 Scritto nel 2009
Vieni fuori, esci dall'ombra
Può il vento delle parole amorevoliincidere o scalfire muri di granito?Eppure col suo mantice soffiae nel tempo con carezze modellail crinale selvaggio che lo respinge,da sporgenze informi e senza voltovi ritaglia, a volte, fisionomie divine.Io non so che essere ventovento che parla all'unisono umanoche scava dentro chi non intendeonda d'aria che increspa e infrangelo specchio trasparente ove vanitàin sosta narcise si mirano, ondache cancella immagini che nientedi chi vi si specchia riflettono conforme.Soffierà stanotte il vento alla tua finestrama non aprirla, il respiroregistrane in silenzio.Fiuu..... fiuu...... Lo sentiche parla con la mia voce?-È tutto nero, è tutto buionulla si rischiara in mevoglio restare dove sono!-Così incomprensibile amicami sembrò di udire l'ultima voltache sognai i tuoi occhi sui miei..Or prima che mi avvii oltre la lineache ci separerà all'infinito, ascolta.Vieni fuori, esci dall'ombranon ti fermare interita sul nullase riflessi di luce ti trapassanoe in una scia luminosa resti impigliata.Sollevati sopra l'opaco e il neroe spicca un volo, rompi l' indugioe guarda oltre. Vi sono tempie luoghi d'amore, piane di speranzenavi in partenza, giovani sogni in attesa.Varca il limite del limitee cambia possesso di ciò che non haicedi ad un'altra fede e fanne pololuminoso ovunque visibilequando il cuore si smarriscee all'impazzita vaga senza metagirovago tra paesaggi di giorni orripilantitra vociferare di echi di bubboleo strazi di memorie di un'età passata.La luce si cerca dentro e fuori di noisenza abiura o pentimento per quelloche avemmo cercammo e fummo,affrontando il possibile e l'impossibileche come acqua che fruscia nella gorasi può udire fluire tra le ansei gorghi e le curve del fiume della vita.Non vili duelliamo, battiamocidifendendo il regno della luce:meglio perire in combattimentoche essere umiliati e iloti in marcimentoincatenati ai ceppi della rassegnazionearresi e remissivi a ciò che accadesenza scatti alteri, vinti tra i vinti.Raggiungi te stessa prima di altro cedimentocessi una inanità interiore, fatti sovversivanell'attimo non ambiguo che ci uniscein questo soffio che ci trapassa e va oltre.
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