Le poesie di Angelo Michele Cozza: Elegia
ID Autore: 1856 ID Testo: 3426
Testo online da venerdì 14 agosto 2009
Ultima modifica del venerdì 14 agosto 2009 Scritto nel 2009
Elegia
Quanti solleoni e rose settembrinenevi nidi e fiori di ibisco discendendo la vita potrò ancora censire prima del nulla?Chiuderò anch'io gli occhie sposerà pace e oblioper sempre cuore intirizzito.Oh addio giorni di stelle cadenti,difesi ultimi sogni tardiviricordi di carezze e bacidi arrivi e partenze furtiveaddio speranze e illusionidisciolte in intrugli amari!Chi vi poté credere e ubbidireistigato dalla voglia di vivereprima che abiezione funghissee rancura abbattesse amore!Cuore incontri e t'accompagnioggi a smanie di funebri brametaciti voci e silenzi risali.Ridato mai ci è quanto perduto:la corda dell'innocenza primatesa si spezza e il suo carillonnessuno poi più ode deluso.Tu hai visto quanto ti ha amatocome ha gioito e tremato donnaquando per un poco lo hai toccatoe come dignitoso abbia poi piantoespiando la pena di un inganno.Che altro fluisce tra te e melamia con petto artigliatomentre aspettiamo la finee il nulla cresce e si infiocca?Che ti sazia mentre il temposorpassa il passato e lo specchioti ricorda vespri di beltàgiunti con ciocche di capellibianchi oggi ancor più fitte?Ognuno solo per conto suopassante tra giorni di gramagliee ragne di ricordi viscosiilluso, più illuso di prima,illuso di padroneggiare il timonedi una vita che molle e flosciadelusa barcolla su un vascellosenza alberi e vele, che vasenza sestiere per un deserto maresenza vento verso la boache segna il confine di ogni vedutaall'allungo della luce di un faro.Che vedi nitido davanti a teoltre il supplizio mio mesto che sbucae rischiarisce da questa lontananzad'anima al venir della cava sera?La guerra è finita e insieme siamo morti:ognuno forse illumina la sua ombravagando tra campi di memorie:all'altra amata, miserrimo chiede perdono.
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